Museo

La ceramica invetriata

Le ceramiche con vetrina monocroma verde fanno parte dei manufatti con rivestimento piombifero. Esse presentano una completa gamma morfologica atta a soddisfare le esigenze della mensa, con catini, scodelle, ciotole, piatti, boccali, orcioli, microvasetti, rivestiti su entrambe le superfici.

L'impiego della vetrina verde, ma talvolta anche giallo-bruna, comincia verso la fine del XII secolo, quando si afferma una nuova tipologia che, oltre al rivestimento piombifero, utilizza ossidi coloranti per l'elaborazione di decorazioni dipinte. Una rinnovata attenzione all'aspetto estetico del manufatto induce l'artigiano a ricorrere ad una molteplicita’ di colori, al verde ramina, al bruno manganese, al rosso e, meno frequentemente, al giallo, applicati sotto la vetrina con la quale si fondono durante la cottura.

Sulla scia delle importazioni dal Nordafrica, la ceramica invetriata con decorazione in bruno e verde e’ una delle
tipologie meglio rappresentate nel contesto del castello. E’ stato individuato un gruppo omogeneo di ciotole dalla caratteristica decorazione, costituita da una fascia diametrale in verde delimitata da linee dritte e/o ondulate in bruno, che attesterebbero la più antica produzione locale di ceramica invetriata e dipinta, a partire dalla seconda meta’ del XII secolo.

Nel corso del XIII secolo, si afferma una serie di manufatti, di forma aperta e chiusa: ciotole con piede ad anello decorate con motivi centrali e brocche dal profilo globulare, con bocca trilobata e becco pinzato. Contemporaneamente si registra la presenza di una percentuale minore di reperti, che aggiunge alla bicromia del verde e del bruno anche il colore rosso.

Tale produzione è stata individuata dagli specialisti con la sigla "R.M.R.", dalle iniziali dei colori connotativi ("ramina, manganese, rosso").I reperti rinvenuti nel castello rivelano caratteri morfologici analoghi alle produzioni bicrome, con espressioni esornative riconducibili ad un repertorio geometrico o astratto, con festoni, archetti, schemi a reticolo e a squame, che talvolta riecheggiano motivi di ispirazione islamica.

Alla complessità di tali motivi policromi si contrappone una sincrona produzione di ciotole dal diametro medio su cui è stato utilizzato il solo bruno manganese per eseguire il disegno di croci potenziate o ricrociate, asterischi, circoletti e "U" contrapposte.

 

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